Tag: passato prossimo

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Canzone: Qualcosa Che Non C’è

Canzone: Qualcosa Che Non C’è
di Elisa
Difficoltà: intermedio
Tempi: presente, futuro, imperfetto, passato prossimo, congiuntivo imperfetto

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Tutto questo tempo a chiedermi
Cos’è che non mi lascia in pace
Tutti questi anni a chiedermi
Se vado veramente bene
Così
Come sono
Così

Così un giorno
Ho scritto sul quaderno
Io farò sognare il mondo con la musica
Non molto tempo
Dopo quando mi bastava
Fare un salto per
Raggiungere la felicità
E la verità è che

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c’è
Invece di guardare il sole sorgere

Questo è sempre stato un modo
Per fermare il tempo
E la velocità
I passi svelti della gente
La disattenzione
Le parole dette
Senza umiltà
Senza cuore così
Solo per far rumore

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c’è
Invece di guardare
Il sole sorgere

E miracolosamente non
Ho smesso di sognare
E miracolosamente
Non riesco a non sperare
E se c’è un segreto
È fare tutto come
Se vedessi solo il sole

Un segreto è fare tutto
Come se
Fare tutto
Come se
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole

E non
Qualcosa che non c’è

 

 

Canzone: Voglio Dormir

Canzone: Voglio Dormir
di Don Backy
Difficoltà: beginner, intermedio
Tempi: presente, infinito, futuro, passato prossimo

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– Pronto…
– Ciao Don Backy, come stai?…

Voglio dormir
Fammi ancora riposar
Non telefonarmi più
Ora ho sonno da morir

Voglio dormir
E ti giuro – lo farò
Anche se tu insisterai
Io con te non uscirò

In fin dei conti
Noi siamo già usciti
Perciò ti prego
Non svegliarmi mai più
Tanto presto così

In fin dei conti
Noi siamo già usciti
Perciò ti prego
Non svegliarmi mai più
Tanto presto così

Voglio dormir
Non insistere di più
Se m’arrabbio va a finir
Che non mi alzerò mai più

 

Canzone: La Locomotiva

Canzone: La Locomotiva
di Francesco Guccini
Difficoltà: avanzato (Troppo difficile? Vedi la traduzione)
Tempi: presente, congiuntivo imperfetto, imperfetto, gerundio, congiuntivo trapassato, passato remoto, imperativo, passato prossimo

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Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli
ma nella fantasia ho l’immagine sua
gli eroi son tutti giovani e belli
gli eroi son tutti giovani e belli
gli eroi son tutti giovani e belli

Conosco invece l’epoca dei fatti, qual era il suo mestiere:
i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere
i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
sembrava il treno anch’esso un mito di progresso
lanciato sopra i continenti
lanciato sopra i continenti
lanciato sopra i continenti

E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
che l’uomo dominava con il pensiero e con la mano
ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite
sembrava avesse dentro un potere tremendo
la stessa forza della dinamite
la stessa forza della dinamite
la stessa forza della dinamite

Ma un’altra grande forza spiegava allora le sue ali
parole che dicevano “gli uomini son tutti uguali”
e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
la bomba proletaria e illuminava l’aria
la fiaccola dell’anarchia
la fiaccola dell’anarchia
la fiaccola dell’anarchia

Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione,
un treno di lusso, lontana destinazione
vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori
pensava al magro giorno della sua gente attorno
pensava un treno pieno di signori
pensava un treno pieno di signori
pensava un treno pieno di signori

Non so che cosa accadde, perché prese la decisione
forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore
dimenticò pietà, scordò la sua bontà
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore

E sul binario stava la locomotiva
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d’acciaio
con forza cieca di baleno
con forza cieca di baleno
con forza cieca di baleno

E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
e prima di pensare a quel che stava a fare
il mostro divorava la pianura
il mostro divorava la pianura
il mostro divorava la pianura

Correva l’altro treno ignaro e quasi senza fretta
nessuno immaginava di andare verso la vendetta
ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno
“notizia di emergenza, agite con urgenza
un pazzo si è lanciato contro al treno
un pazzo si è lanciato contro al treno
un pazzo si è lanciato contro al treno”

Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria
“Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!”

E intanto corre corre corre sempre più forte
e corre corre corre corre verso la morte
e niente ormai può trattenere l’immensa forza distruttrice
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
della grande consolatrice
della grande consolatrice
della grande consolatrice

La storia ci racconta come finì la corsa
la macchina deviata lungo una linea morta…
con l’ultimo suo grido d’animale la macchina eruttò lapilli e lava
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo
lo raccolsero che ancora respirava
lo raccolsero che ancora respirava
lo raccolsero che ancora respirava

Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l’ingiustizia!
lanciata a bomba contro l’ingiustizia!
lanciata a bomba contro l’ingiustizia!

 

Canzone: Blu

Canzone: Blu
di Malika Ayane
Difficoltà: intermedio
Tempi: presente, condizionale presente, imperativo, passato prossimo

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Ora so
non è tutto davanti a me
ci sono cose che non vorrei
come il freddo, il supermarket
ma se non puoi fare a meno vai
che resistere tanto è inutile
quanto un salvagente in volo

Non so come mai
facci caso

La terra dall’alto è blu
ma quello che vedi tu
è solo un abisso blu
e se non ti piace più
puoi girare il mondo a testa in giù

Si potrebbe ruotare una spiaggia per
guadagnare più tempo e
trasformar la sabbia in neve
prendere il bello che è intorno a noi
come fa quel pirata che
si è messo una stella in volto

Non so come mai
facci caso

La terra dall’alto è blu
ma quello che vedi tu
è solo un abisso blu
e se non ti piace più

Verrà anche a spaventarti
la tua curiosità
è bello complicarsi
oltre il bianco il nero

Non so come mai
facci caso

La terra dall’alto è blu
ma quello che vedi tu
è solo un abisso blu
e se non ti piace più

blu
ma quello che vedi tu
è solo un abisso blu
e se non ti piace più
puoi girare il mondo a testa in giù

 

Canzone: Ma Che Discorsi

Canzone: Ma Che Discorsi
di Daniele Silvestri
Difficoltà: avanzato (too hard? See the translation)
Tempi: presente, congiuntivo presente, condizionale presente, imperativo, passato prossimo

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Se pensi che sia logico
Scoprire in mezzo al traffico
Di amarsi in modo cosmico
Ma un attimo che poi due metri dopo
L’amore sembra consumato già

Lo so che non ti piacciono
Le situazioni in bilico
Le cose che succedono
E succedono lo so
Ma che discorsi
Sei tu che butti sempre tutto giù
Ma che discorsi
Nel dubbio che poi non funzioni più
Così fai tu.

E poi con quello che succede
In una storia come questa
Non è che ti può chiedere
Se sia la strada giusta
Ad ogni angolo, ogni semaforo che c’è

Lo so che non coincidono
Le previsioni e l’esito
Le obbiezioni in merito
Le immagino però
Perché fermarsi?
In radio c’è anche un pezzo che mi va
Ma che discorsi, scusa
La strada forse è chiusa e non si sa
(da dove viene – tanto meno dove va)
ci siamo persi ma
se tanto non hai fretta
amore aspetta
gira di qua, gira di qua
GIRA!

E poi con quello che succede
In una vita come questa
Forse è meglio se la strada
Non è proprio quella giusta
Si, con quello che succede
Quello che si vede intorno
Non dobbiamo riconoscere
La strada del ritorno
Ad ogni angolo, ogni semaforo che c’è.